mercoledì 21 agosto 2013

Orlando furioso - Sacripante e Bradamante

Visto che in fondo parafraseggiare l'altro giorno non mi e' dispiaciuto, proseguo. Finche' e' divertente continuo :P
Direi che si puo' finire il primo canto :)



Avevamo lasciato Ferrau' e Rinaldo ad un bivio. Non sapendo dove andare i due si dividono, uno prende una strada, l'altro per l'altra.
Ferrau' inforca la strada e gira e gira e gira per il bosco fino a ritrovarsi al punto di partenza.
Giornata sfigata, niente da dire. Vabbe', almeno puo' recuperare il suo elmo.
Senonche' "suo" e' una parola grossa: l'elmo in realta' e' di Argalia, fratello di Angelica, e glielo aveva preso dopo averlo sfidato a duello ed ucciso. Ed e' nel fiume che, sorpresa, appare proprio il fantasma di Argalia che, indispettito, si riprende l'elmo.
«Brutto stronzo Marrano! - esordisce il fantasma - avevi detto che avresti ributtato il mio elmo nel fiume e invece te lo sei tenuto! E' un elmo normale, se devi rubarne uno rubane uno che ti faccia figo, tipo quello di Orlando che e' magico, e non rompere gli zebedei a me che ho... cioe', avevo un elmo di latta!»
Argalia quindi se ne va. E Ferrau' sbianca. E Ferrau' era nero! Era rimasto zitto ed interdetto (anche perche', diciamo, se ti compare il fantasma di uno che hai ammazzato personalmente ti viene da pensare che forse forse se la sia anche presa) e dopo la scomparsa del fantasma decide che non avrebbe piu' indossato un elmo fino a quando non avesse sconfitto Orlando a duello.

Si impone una nota a margine: Ferrau', grazie ad un incantesimo, e' totalmente invulnerabile tranne che nell'ombelico. E sull'ombelico ha una corazza GROSSA (mi pare qualcosa come sette strati di acciaio) quindi andare in giro senza elmo non e' che fosse 'sto grande svantaggio rispetto agli altri.

Ma lasciamo stare Ferrau'. Guardiamo Rinaldo.
Rinaldo seguendo la sua strada trova... Baiardo, il suo cavallo. Meglio che niente, si potrebbe dire, se non fosse che il cavallo deve averlo preso in antipatia e scappa di gran carriera, inseguito dal suo cavaliere.

...diciamo che lasciamo stare Rinaldo. Andiamo da Angelica che, corri e corri, arriva ad una radura. Convinta di essere abbastanza lontana da Rinaldo si ferma, lascia riposare il cavallo e trova un nascondiglio perfetto in un cespuglio sotto due alberi sulla riva di un fiume. Lei si sdraia e, bam!, si addormenta secca e riesce a riposare.
Per circa 3 minuti e 29 secondi.
Passato questo tempo sente dei passi: c'e' un uomo che si avvicina, smonta da cavallo, si avvicina alla riva e resta cosi' a capo chino per un'oretta.

UN'ORA.
Sospetto che Angelica dopo qualche minuto sia tornata secca a dormire.

Dopo si mette a piangere come un vitello. «Me l'hanno portata via! Una vergine e' come una rosa in un giardino, dopo che e' stata colta perde tutto! Me l'hanno portata via! Voglio morire! La mia vita non ha piu' senso!» ed altre uscite da emo quindicenne.

Angelica lo riconosce: e' Sacripante, re di Circassia, un altro di quelli che vorrebbero infiocinar perdutamente innamorati di lei. Sottoinsieme "stupido come un mattone rotto". Saputo che re Carlo l'aveva promessa al cavaliere che avesse fatto piu' strage di infedeli aveva guidato l'assalto al campo (i Circassi rientrano tra gli "infedeli", eh) e, non trovando Angelica, era in preda alla disperazione.
Angelica, ovviamente, sente tutto quanto. Il pensiero che le attraversa la mente si riassume in "[imprecazione], un altro! E un altro STUPIDO! Ma uno, UNO normale no? Vabbe', se non altro magari questo mi tira fuori da questo labirinto di alberi"
Angelica salta fuori dal nascondiglio e si spertica in lodi per Sacripante, che era venuto a liberarla attraversando mezzo mondo, e per Orlando che le aveva conservato il "virginal dono".

Sacripante, saputo che la fanciulla era li ed era ancora vergine, all'inno di "se Orlando e' stato fesso abbastanza da non prendersela, io col ca220 che me la faccio scappare", fece un rapido preventivo del numero di posizioni in cui si sarebbe schiacciato Angelica li ed ora, seduta stante, sotto gli alberi in riva al fiume. E qualora si fosse mostrata disdegnosa, sapeva che fingeva e che le sarebbe piaciuto, OVVIAMENTE.
Arrivato ad un onesto preventivo di diciannove posizioni, Sacripante si preparava gia' al "dolce assalto" quando sente un gran rumore in avvicinamento. Bestemmia a mezza bocca, sbuffa e si rimette in sella.
Dal bosco spunta un cavaliere in armatura bianca splendente ed un pennacchio bianco. Sacripante, incazzato nero perche' l'ha interrotto, parte alla carica. L'impatto e' tremendo e ad avere la peggio e' il cavallo di Sacripante che muore e cade sul suo cavaliere. Il cavaliere bianco vede la scena, scuote la testa e, senza dire una parola, se ne va.


Sacripante e' nero di vergogna.
E' stato disarcionato.
E' stato disarcionato davanti ad Angelica.
Vergognissima.
Angelica, imbarazzata, se ne esce con un «Beh, ma e' colpa del cavallo, era stanco, non era colpa vostra» ed altre scuse del genere, pensando "se questo emo adesso si suicida per la vergogna io da 'sto bosco non ne esco prima dei sessant'anni".
In quella spunta un paggio che corre a perdifiato dalla stessa direzione da cui e' giunto il cavaliere bianco. Si avvicina e chiede «Avete visto per caso un cavaliere con un pennacchio bianco?»
Sacripante sbotta «Si, che l'ho visto, mi ha abbattuto, dimmi chi e' che mi vendico!»
«Ehm... si, so il nome: si chiama Bradamante, signore, e' una... donna. Una donna molto forte in battaglia, si, ecco, io andrei, s'e' fatto tardi e...»

Il volto di Sacripante aveva assunto alcune sfumature di colore tra il ciano ed il magenta, cosa che ragionevolmente aveva inquietato il ragazzo.
Ma vediamola dal punto di vista del paggetto: sta inseguendo Bradamante, una guerriera, e si ritrova il re dei Circassi disarcionato col cavallo morto. Il paggetto sa cosa e' successo e resta sul vago, Sacripante (stupido come un mattone rotto, ricordiamo) gli spiega che l'ha abbattuto e chiede pure informazioni. Al che il paggetto risponde e se la fila.

Ritorniamo da Sacripante. E' stato disarcionato, davanti ad Angelica, da una donna. Non era piu' dell'umore giusto per condurre il "dolce assalto" e, scornato, comincia a scortare Angelica.

Passano pochi minuti ed ecco che spunta Baiardo dal bosco. Angelica riconosce il cavallo di Rinaldo e, dopo poco, eccolo spuntare fuori. Angelica chiede di andar via ma Sacripante, gradasso, «Fidatevi di me, a quello penso io»

Occorre una breve nota in merito: originariamente Angelica era innamorata persa di Rinaldo e Rinaldo la detestava. Una fonte magica a cui hanno bevuto entrambi ha trasformato l'amore in odio e viceversa. Quindi in molti sono ancora disorientati dalla cosa.

Il resto nella prossima emozionante bat-puntata!

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