lunedì 21 gennaio 2008

Le tifoserie...

Le violenze allo stadio, e attorno allo stadio, erano divenute intollerabili.
Risse, scontri tra tifoserie rivali erano frequenti in quegli anni.
Ma stavolta avevano oltrepassato il segno. A metà gennaio il pubblico si era scatenato sulle tribune, c'erano già stati tafferugli. I disordini si erano estesi alle strade circostanti.
Intervenne la polizia.
Ci scappò il morto.
Fioccarono gli arresti, tra ultrà dell'una squadra e dell'altra.
A quel punto successe qualcosa di imprevisto: i sobillatori dell'una e dell'altra tifoseria sospesero le ostilità tra di loro e si coalizzarono contro la polizia e il governo, chiedendo la liberazione degli arrestati. Le autorità commisero un errore fatale: sottovalutarono la gravità della situazione, decisero il proseguimento delle attività sportive come se niente fosse successo. Forse volevano dimostrare che pochi facinorosi non avevano il potere di sconvolgere la città; forse speravano che la passione sportiva avrebbe avuto la meglio sulle esplosioni di rabbia. Gli spettatori diedero fuoco alle tribune, poi si riversarono in città dando fuoco alla sede della polizia, alla chiesa di Santa Sofia, all'intero quartiere circostante.
Il 17 gennaio furono fatte intervenire le truppe tracie fedeli all'imperatore, ma negli angusti vicoli di Costantinopoli non poterono molto e furono costrette a battere in ritirata nelle caserme.
Domenica 18 intervennero le truppe d'assalto.
Vittime del panico, calpestate dalla folla, soffocate davanti alle porte sbarrate, trucidate dai soldati, perirono trentamila persone, in uno stadio che poteva contenerne centomila: la più grande strage di tifosi della storia.


Era il Gennaio 532. Un millennio e mezzo fa. Circa.

Non so voi, ma leggendo il pezzo finche' non ha parlato delle truppe fedeli all'imperatore per me poteva essere un pezzo di cronaca.

Chiudo con un'osservazione di Plinio il Giovane che mi ha sempre incuriosito...

"Non capisco, fanno il tifo per una maglia, spasimano per una maglia. E se, proprio nello svolgersi della corsa e nel cuore della competizione, questo colore passasse di là, e quello venisse di qui, si scambierebbero anche l'ardore e il tifo e abbandonerebbero di colpo i celebri guidatori, i celebri cavalli che sogliono riconoscere da lontano e di cui non si stancano di gridare i nomi. Tanto è il credito, tanto è il prestigio di cui gode una camicia da quattro soldi..."

Nessun commento: