Gli attribuivano l'astuzia di un serpente, anche se era solo infido. Ma era un Sangue di Drago, doveva essere astuzia.
Gli attribuivano una grande possanza fisica, anche se aveva solo smesso di fare esercizio regolare ed era vistisamente ingrassato. Ma era un Sangue di Drago, doveva essere possanza.
Gli attribuivano un destino da grande stregone, anche se finora aveva sempre solo trovato il modo di sfruttare chi gli stava intorno, attribuendosi risultati non propri. Ma era un Sangue di Drago, peraltro discendente direttamente dalla capostipite della casata, doveva essere destinato a divenire un potente stregone.
Non si era mai preoccupato troppo del fatto che qualcuno venisse a scoprire la sua inettitudine: il suo protetto, il suo fratellino Yuri, pur non avendo nel sangue l'eredita' dei Draghi Elementali, aveva un talento tutto suo. Lui studiava al posto di Shoen le scritture dell'Eptagramma e faceva i suoi compiti. In cambio si poteva godere alcuni privilegi che non gli sarebbero mai spettati come mortale. Questo quando Shoen non voleva divertirsi a ricordare al fratello le rispettive posizioni, ovviamente, con qualche tiro decisamente crudele.
Fin quando non arrivo' l'annuncio: un informatore aveva ricevuto un discreto quantitativo di giada in cambio dell'esatta posizione di un potente artefatto di un'era dimenticata. Il compito di recuperare l'oggetto venne affidato a Jurhel, una promettente Sangue di Drago che in molti vedevano come pericolosa nei giochi di potere a palazzo. Le assegnarono Shoen come assistente sottoufficiale e Shoen fece in modo di portarsi Yuri.
Arrivati sul luogo, scoprirono che l'informatore era stato molto preciso: era a nord di Cascategrigie, un piccolo tempio-santuario, assaltato ogni due giorni da una tribu' di briganti proveniente dalla foresta orientale.
L'iscrizione sul timpano del tempio recitava:
"Persa la lanterna, disperso il nemico
"Disperso il nemico, franchi i monaci
"Franchi i monaci, aperta la camera"
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