mercoledì 27 maggio 2009

Parte 2 - la Lanterna

Gli attacchi portati contro il tempio erano qualcosa di devastante: sciami su sciami di briganti arrivavano puntuali, a sere alterne, ed attaccavano incessantemente per tutta la notte. Le solide mure e l'addestramento dei monaci era molto efficace, ma doveva esserci qualcosa di antico in quel monastero: anche con l'aiuto delle truppe Mnemon, l'assalto venne respinto a fatica e venne meno solo alle prime luci dell'alba.

Shoen era incollerito perche' non riusciva a venire a capo dei testi trovati nella biblioteca del monastero.
Jurhel perche' sembrava non esserci modo di violare la stanza del tesoro e nemmeno di sconfiggere i briganti in qualche modo, ne' di trovarli nei due giorni tra un assalto e l'altro.
Yuri era soddisfatto perche' Jurhel metteva Shoen sotto pressione, dandogli poco tempo per tormentare il fratello e non permettendogli di ricevere aiuti da Yuri. Il giovane mortale, quindi aveva una discreta quantita' di tempo libero, conclusi i pochi compiti burocratici assegnatigli da Jurhel. Si mise a riflettere sull'indovinello ma non trovo' molte soluzioni. L'unica cosa da fare che gli venisse in mente era di attendere i briganti all'esterno delle mura e provare a spiarli. Yuri, tuttavia, non era un Sangue di Drago, il che significa che le sue parole non venivano prese spesso in considerazione (non pubblicamente, almeno).

Yuri, in compenso, non era un Sangue di Drago, quindi aveva anche molti meno occhi addosso: quindi quella notte, in cui era previsto un assalto, decise di rimanere all'esterno del santuario.

Si nascose su un albero e rimase li, in attesa. Poco dopo il tramonto si fece buio. Tenebre ovunque e, ad un tratto, silenzio. Troppo silenzio. Perfino i grilli avevano smesso di fare rumore.
Solo allora vide le torce. I briganti stavano camminando sotto di lui, alla luce delle torce. Avevano uno sguardo vacuo, non parlavano, non comunicavano, camminavano con la torcia in mano fino alla prossimita' del santuario, dopodiche' sguainavano delle armi rozze e si lanciavano all'attacco. Per ogni morto, due briganti spuntavano dalla foresta.

Yuri era visibilmente preoccupato. Il pensiero di aver avuto una pessima idea lo avvolse saldamente fino a quando vide che sotto al suo albero c'era qualcosa.
Sembrava una specie di grosso gatto con le corna da cervo, ritto su due zampe, con in mano una lanterna. Conosceva quel tipo di creatura: era un Rikoinat, un folletto guida, che conosceva le strade piu' brevi e nascoste per molti luoghi del creato.
Ecco il significato dell'iscrizione sul timpano: quel folletto era la guida che consentiva ai banditi (qualunque cosa fossero questi "banditi") di fuggire rapidamente all'arrivare delle luci del mattino.
Forse aveva qualche chance. Yuri comincio' a singhiozzare e cerco' di piangere.
Il Rikoinat si accorse della presenza sopra all'albero. Sapeva che avrebbe dovuto dare l'allarme... ma qualcosa gli impedi' di farlo. Invece chiese, con voce melliflua "Chi disturba la quiete della notte con le sue lacrime?"
Le mani di Yuri celarono il suo ghigno: "Io, nobile creatura: sono disperato perche' una gazza ha rubato il mio anello con il suo prezioso zaffiro! Il nido dell'infame ladro si trova in cima all'albero, ma i rami sono troppo deboli per sostenere il mio peso. Me disgraziato! Non potro' piu' tornare alla mia casa, senza l'anello!"
"Senza l'anello?" disse il Rikoinat sgranando gli occhi: la cupidigia era un punto debole di molte creature e, fortunatamente per Yuri, questa non faceva eccezione. "Io sono molto piu' agile e leggero, potrei recuperare io il tuo anello, se potessi tenere per me la pietra"
"Oh, per poter rientrare dalla mia famiglia, potrei rinunciare a quella pietra... ma devi promettere che ti impegnerai nella cerca e non lascerai quest'albero senza avermi ridato il mio anello. Se me lo riporterai, la pietra sara' tua, come desideri"
"Mmm... d'accordo"
Yuri tese la mano al felino, che si affretto' a stringerla. Yuri senti' un formicolio strano sulla fronte. Per un attimo gli parve anche di vedere una luce intorno a se'. Probabilmente anche il folletto l'aveva vista, perche' sgrano' gli occhi tremante.
Con l'aria di chi ha capito che sta precipitando in una trappola lascio' la lanterna a terra, poiche' gli servivano entrambe le mani per arrampicarsi, e comincio' a cercare, ramo dopo ramo...

La mattina dopo, i monaci e le truppe di casa Mnemon assistettero ad uno spettacolo unico: i banditi cominciarono a girare intorno confusi mentre il sole sorgeva. Quando il disco dorato si stacco' dall'orizzonte tutti i banditi, torce in mano, si voltarono inebetiti verso est. Il loro colorito divenne verdognolo e la fiamma della torcia divenne sempre piu' rotonda e gialla. Dopo qualche minuto un campo di girasoli adornava l'esterno del santuario, mentre in lontananza si sentiva come un gatto soffiare in preda alla collera...

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